sabato 21 dicembre 2013

5 ANNI!!!


Matteo ha compiuto 5 anni!




E come ogni anno si è ripresentato il problema di festeggiare il suo compleanno.
Si perché per me questa cosa rappresenta una scocciatura, un peso, un impegno che tenderei ad evitare. Mi rendo conto che un simile atteggiamento, se non denuncia qualcosa di patologico, quantomeno evidenzia un che di significativo ma, per quanto io ci pensi su, non riesco davvero a scoprirne le cause. Ogni anno aggiungo pezzettini di spiegazioni: quest'anno mi son detta che sono una persona incapace di sopportare l'ansia, anche quella minima connessa all'organizzazione di una festicciola di compleanno e che, a ben guardare, questo problema avrei dovuto affrontarlo tanti anni fa.
Comunque non ho potuto non tener conto dei desideri di Matteo. A dire il vero siamo giunti ad un compromesso. Invece della festa di compleanno con i coetanei (per carità: un'orda di bambini scalpitanti dentro casa, per di più accompagnati dai genitori) abbiamo optato per una cena con nonni, zii e cugini, "appena" 15 persone. Il tutto in piena emergenza "dai, dai che dobbiamo sbrigarci a raccogliere le olive prima che un'improvvisa grandinata ce le butti tutte per terra". 
Alla fine ce l'abbiamo fatta ed è stata una bella festa, nulla è andato storto (come sempre capita alle persone ansiose) e, cosa più importante, Matteo era felicissimo.
Cosa non farebbe un genitore per rendere felice suo figlio?
Si dovrebbe aver paura di rispondere a questa domanda.
Il mio gigantino  (25 kg. di peso per 117 cm. di altezza) ha 5 anni;
sono tanti, sono pochi, corrispondono alle sue effettive competenze cognitive, emotive e sociali? Non saprei e non sono interessata a saperlo. Mi basta vederlo sereno, vivace, dolce e pieno di fantasia.
E però l'anno prossimo Matteo andrà a scuola e, quando ci penso, le mie sicurezze cominciano a vacillare.
La sera prima del suo compleanno gli ho detto: 
"Ma lo sai che cinque anni fa, a quest'ora, tu ancora non c'eri? E dove stavi?" 
E lui, prontamente: 
"Con la cicogna!".
E ancora: spesso mi dice che da grande vuole fare il supereroe per salvare le persone ma che per farlo ha bisogno che il papà gli costruisca una spada vera; allora io gli dico che anche i medici o i pompieri salvano le persone e lui mi risponde che però solo i supereroi combattono i cattivi.
Insomma Matteo, ancora immerso in  una dimensione dominata dalla fantasia, l'anno prossimo inizierà a fare i conti con la realtà.
Pensare che, per quanto male se ne possa dire, il sistema scolastico italiano funziona bene e ormai le maestre posseggono le competenze pedagogiche necessarie e sufficienti per gestire l'ingresso a scuola dei bambini, non mi tranquillizza.
Forse perché non è di essere tranquillizzata che ho bisogno: ho bisogno di essere consolata.
Insensatamente sono triste perché penso che Matteo sta crescendo; presto il pensiero razionale, la crescente autonomia, la complessità emotiva, il senso del pudore prenderanno il sopravvento trasformando un bambino che appena adesso comincio a comprendere in un essere ancora più complesso.
Mi sforzo di essere ottimista, mi dico che sono abbastanza presente e attenta da cogliere il cambiamento ed accompagnarlo.
Succede di continuo: la sera del suo compleanno, tra lo scompiglio che ogni festa ben riuscita si porta dietro, mi sono lasciata sfuggire una domanda un po' scorretta: 
"Allora Matteo che ne pensi: papà e mamma se lo sono meritato un bacio per questa festa che ti hanno preparato?" 
e lui, voltandosi verso il padre e con un tono per niente interessato né compiacente: 
"Papà, grazie per questa bella festa".
Ecco, mi sarei aspettata che corresse verso di noi per darci un bacione o che rispondesse: "si mamma" invece la sua risposta è stata sorprendente; a parte il senso di riconoscenza che ho percepito nella sua voce, quello che mi ha colpita è stata l'elaborazione personale e autonoma della risposta. Ho realizzato in  quel momento che il cervello di mio figlio inizia a funzionare in modi che non sono più prevedibili come accadeva fino a poco tempo fa.
E quel rivolgersi al papà invece che a me è stata una cosa che davvero mi ha riempito il cuore di gioia. Cominci a capire, caro Matteo, che l'amore è qualcosa di diverso dall'affettuosità?
E ancora: da qualche notte Matteo si addormenta da solo. Dopo esserci preparati e aver letto uno dei suoi libri ("uffa mamma ma tu mi regali sempre libri!") mi dice: 
"adesso mamma vai di là perché io dormo da solo e non venire a controllare". Il tutto all'improvviso senza che io gli "suggerissi" alcunché.
Evidentemente il gigantino deve aver conosciuto la signora vestita di luce viola


"Ma quando è stato?" mi son chiesta, "Quando è passata? Possibile che io non mi sia accorta di nulla? 

Con questo ritmo in quest'anno potrebbero accadere cose sorprendenti e decisive anche al netto di quel tipico andamento altalenante di molti bambini (compreso il mio) che spesso tendono a "tornare indietro" verso modalità comportamentali e sociali tipiche di fasi di sviluppo precedenti, come fossero tanti piccoli gamberi.
Dunque non mi resta che tranquillizzarmi e farmi una ragione del fatto che mio figlio sta crescendo.
Smetterà (forse) di essere l'infante dolce e affettuoso che è adesso ma potrebbe sempre diventare un bambino altrettanto sorprendente.
Ad maiora.



2 commenti:

  1. La freccia l'hai scoccata cinque anni fa e te ne accorgi soltanto adesso? Certo, tuo figlio ha preso il via e un po' anche la propra strada dal giorno stesso in cui è nato. Ma noi siamo capaci di vedere le cose meglio quando iniziano ad allontanarsi dalla nostra vista: siamo leggermente presbiti in questo. Comunque, auguri e anche per Natale. Cristiano

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  2. Giusto Cristiano: la freccia, l'arco e la casa del domani, confesso che me ne ero dimenticata ma anche adesso che mi ci fai ripensare lo stupore rimane sempre tanto. E' qualcosa di miracoloso e un po' pauroso constatare come i nostri figli possano essere altro da noi.
    Non mi resta che trovare un bravo oculista! Non è che per caso hai competenze nel campo?
    Ma si che ce l'hai...e, col tuo permesso, approfitterò.
    Buon Natale anche a te e alla tua famiglia e un grande bacio ai piccoli.

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Ma dai, sei arrivato fin qui!!!?
Allora su: fai un altro sforzo...

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