sabato 25 dicembre 2010

martedì 21 dicembre 2010

E se li licenziassimo tutti?

E' una cosa talmente sciocca che la faccio anch'io:
Come in un sogno, Licenzio L'olimpo
E chiudo per ristrutturazione straordinaria.


E' sciocca ma civile chiara e pacifica
Doverosa, anche.




                          http://cazzeggiolibero.splinder.com/post/23741668/e-se-li-licenziassimo-tutti


Al Parlamento Italiano
(630 Deputati e 321 Senatori - licenziamo anche quelli a vita)


Raccomandata A.R.

Oggetto: 
notifica di licenziamento


Egregi Signori,
siamo spiacenti di informarVi che abbiamo deciso di rinunciare alla Vostra collaborazione. Tale provvedimento viene adottato per la seguente motivazione:  


  • sottrazione di beni aziendali nell'esercizio delle proprie mansioni (specie se fiduciarie)
  • condotta extralavorativa penalmente rilevante ed idonea a far venir meno il vincolo fiduciario
  • abbandono ingiustificato del posto di lavoro  
  • reiterate violazioni del codice disciplinare di gravità tale da condurre al licenziamento (basterebbe la rissa di ieri)
  • rifiuto ingiustificato e reiterato di eseguire la prestazione lavorativa/insubordinazione

Per i giorni di mancato preavviso non Vi verrà corrisposta alcuna indennità sostitutiva.
Vi invitiamo a prendere contatto con l'Ufficio Personale per il ritiro delle Vostre spettanze e dei documenti lavorativi. 

Distinti saluti.

Firma 
Il Popolo Italiano




Mi piacerebbe...

Tanto!

mercoledì 8 dicembre 2010

Dietro una semplice festa di compleanno



immagine tratta da http://www.magicbaloon.com 
Eccoci qui: dopo la festa per il secondo compleanno del gigantino, ce l'abbiamo fatta!
Solo due settimane fa non ci avrei giurato perchè non avevo affatto voglia di festeggiare; Mi era presa così, un continuo ripensare a quel giorno di due anni fa che mi ha cambiato la vita, concentrata su tutto quello che è andato storto, e c'è n'è stato di materiale su cui riflettere; un'indisposizione generalizzata verso tutti quelli, una quantità di persone, che ancora si scandalizzano se il citofono è staccato e il cellulare abbandonato, come se allevare un bambino sia una cosa che si possa fare tra le altre; un bisogno di chiudermi nella mia famiglia che poco spazio lasciava a festeggiamenti pubblici tanto più che io non sono stata abituata a festeggiare i compleanni. Ma i figli, si diceva, ti cambiano tutto e dopo parecchi giorni di riflessione ho pensato a questo bimbo dalla personalità istrionica che ama la confusione e l'allegria e mi sono detta che vederlo sorridere vale qualsiasi sforzo e allora ho deciso: festa in casa, nonni, zii, cuginetti. Una settimana per riassettare il camp (un pensiero commosso alla casalinga comunità ragnesca, vistasi sfrattata a colpi di ramazza), un'altra per organizzare il rinfresco, brividi finali con lo scoppio, a tre giorni dall'evento, dell'emergenza familiare mensile (raccolta olive minacciata da maltempo incessante) che mi ha in parte privato del fondamentale aiuto di papà camp, però alla fine è andato tutto bene. 
Da ricordare: il momento in cui gli adulti hanno capito che i palloncini erano attaccati al soffitto per semplice forza elettrostatica (geniale idea di papà camp) e li hanno fatti cadere: tutti a giocare a pallavolo tra scoppi improvvisi o provocati ad arte (quattro palloncini superstiti vagano tuttora spersi tra sala e cucina) ma soprattutto il viso di Matteo in uno dei suoi sorrisi più belli e convinti mentre si applaude dopo aver spento le sue due candeline. Giuro, mi sono commossa!

domenica 5 dicembre 2010

Flash!

EVVIVA
EVVIVA
EVVIVA
LA FESTA E' ANDATA!
E siamo tutti sopravvissuti!
E ci siamo divertiti, Matteo soprattutto : )
Vado a raccogliere i cocci, ciao!

mercoledì 17 novembre 2010

Degustazioni letterarie: "La fine è il mio inizio" Tiziano Terzani

"mi piacerebbe vedere che i miei nipoti vivono in un mondo di cui si sorprendono, in cui c'è dovunque qualcosa di meraviglioso da osservare. Ho visto ieri sera la prima lucciola e sono stato lì, a guardarla. Nel buio della notte la vedevo fare ti-ti-ti...Una gioia ti piglia!
FOLCO: Dov'era?
TIZIANO: Lì, su quella pietra, sai, dove c'è quel brutto arbusto che dobbiamo tagliare. Mi ricordo di quante storie i miei mi raccontavano sulle lucciole quando ero piccolo. Dicevano che se ne acchiappavi una e la mettevi sotto il bicchiere, la mattina dopo ci trovavi una monetina. Loro ce la mettevano, la monetina, e il mio mondo si arricchiva. Allora, perchè ai miei nipoti non far vedere le lucciole perchè si stupiscano della meraviglia del mondo?
Nell'Himalaya c'erano dei bruchi luminosi. Sai, quei bruchi che nella notte fanno una luce verde come quella di un lampione. Sono incredibili. Non sarebbe bello a un bambino raccontargli delle favole su questo bruco? Il mondo gli si anima, no? La natura gli si anima, la vita gli si arricchisce, vive in più dimensioni. Altro che la televisione e andiamo a mangiare la pizzettina! E' da lì che partono tutti i discorsi sulla violenza. Ogni giorno la violenza ce la facciamo noi. Basterebbe dire "Basta!" Pigli il bambino e lo porti la notte a vedere le lucciole. Punto e basta.
FOLCO: Dov'è che sbagliamo? E' difficile dirlo.
TIZIANO: [...] Siamo sempre di corsa, sempre di corsa, non ci fermiamo. Chi si prende più degli spazi vuoti, del tempo per il silenzio? La sera al bambino gli danno da mangiare, lo mettono un pò davanti alla televisione e poi a letto, perchè questi vogliono vedere un film, quelli vogliono andare dagli amici. Sarebbe così semplice dire " Fermi tutti. Stasera si va a vedere le lucciole!"
Non è così complicato, non è una congiura, siamo noi a metterci nei guai. Capisco la congiura del consumismo, che è una macchina che ti fagocita, ma qui non c'è nessuna congiura. Sei tu, che puoi scegliere se andare in pizzeria o se portare il bambino a vedere le lucciole.
Onestamente, Folco, questo mondo è una meraviglia. Non c'è niente da fare, è una meraviglia. E se riesci a sentirti partre di queasta meraviglia- ma non tu, con i tuoi due occhi e i tuoi due piedi; se Tu, questa essenza di te, sente d'essere parte di questa meraviglia- ma che vuoi di più, che vuoi di più? Una macchina nuova?

mercoledì 10 novembre 2010

Ipotesi sui pensieri del sig. B. In forma di filastrocca

Egregio sig. B, anche io partecipo all'iniziativa "metti un finocchio a cena...", ma non essendo il mio un food blog, ho pensato di dare il mio contributo creando una piccola filastrocca per intrattenerLa , spero, gioiosamente. Siccome in tante occasioni Lei si è preso la premura di indovinare e interpretare i pensieri di noi italiani, ho cercato di fare lo stesso partendo dalla sua recente affermazione sui gay. Dunque come un giullare d'altri tempi vado a declamare:

Meglio occhiar le ragazze 
che trovarsi ad esser gay
mentre cade anche Pompei
noi lustriamo le corazze
chè noi siamo tipi virili
mica semplici gentili

A me sembran tutte pazze
le persone nelle piazze
mentre fanno confusione 
per esprimer un'opinione

Tanto poi a me che importa
ho da fare con la torta
benchè grande e tanto immensa
mai non basta alla mia mensa

Non si può neanche scherzare
che ecco tutti a reclamare
e tra un popolo di ingrati
ci son pure gli immigrati

Quelli poi che per sventura
vanno contro alla natura
non esistono per me
e problema non ce n'è

Lor pretendono col patto
di evitar di scomparire
e poi dicono di amarsi
ma che andassero a curarsi

Matrimoni e adozioni
che rottura di maroni!
c'è un errore, c'è uno sbaglio
qui bisogna darci un taglio

E con questa riflessione ora chiudo la questione:
meglio pianga sol soletto
quel bambino nel suo letto
di due mamme o due papà
dico io che se ne fà?


Gentile Sig. B. spero di aver indovinato i suoi pensieri e tuttavia son consapevole che, come spesso accade a Lei, potrei non aver colto nel segno.
Spero almeno di aver contribuito a rallegrare l'atmosfera di questa cena virtuale e se in qualche modo Lei si è sentito offeso dalle mie parole, consideri che ciò non era nelle mie intenzioni e immagini la mia voce mentre dico, come spesso pure fa Lei in simili frangenti,: "ma stavo solo scherzando!".

lunedì 8 novembre 2010

Io soio Patteo

A futura memoria

04/11/10
Caro gigantino stasera è successa una cosa che ricorderò per sempre; è successa, come spesso accade, mentre facevamo cose ordinarie: ti stavo mettendo il pigiamino, tu eri sul fasciatoio e protestavi. Ultimamente lo fai spesso e avendo avuto il sospetto che questo dipenda dal fatto che non ti senti al sicuro lì sopra ( ormai sai che si può cadere e che più in alto ci si trova più ci si può far male), cercavo di rassicurarti: "amore stai tranquillo quando c'è mamma non cadi perchè mamma non ti fa cadere, perchè se cadi tutti danno totte a mamma: papà, nonno, nonna, nonna, lola, vater, tutti i zii. Perchè tutti ti vogliono tanto tanto bene". Questa cosa ti ha fatto sorridere mentre mi rispondevi: "tutti totte mamma". E io ho continuato: "amore stai tranquillo perchè mamma sta attenta a Matteo" è stato allora che mi hai guardata con quel tuo sguardo furbetto e hai detto: 

"mamma attenta Patteio".

Amore sapessi la gioia che mi ha riempito il cuore in quel momento, per la prima volta nella tua vita hai pronunciato il tuo nome. Inutile dire che la nanna è slittata di almeno un'ora in cui i ruoli si sono invertiti: io a chiederti come ti chiamavi ogni tre minuti, come fosse un gioco divertentissimo e tu, con una certa condiscendenza, a rispondere:"io soio Patteo", e allora grandi applausi.

Adesso che la gioia è stata metabolizzata, ti guardo e mi rendo conto che abbiamo raggiunto un traguardo importante e che da questo momento in poi sei consapevole che tutto ciò che ti accade è tuo, così come tutto ciò che fai. Sei appena nato a te stesso. 



sabato 30 ottobre 2010

Ma i nostri bambini come ci vedono?

Premessa: guardate questa foto (Carmen Consoli versione romantic glamour), togliete una quindicina di centimetri sui fianchi, sostituite l'elegante mise con una tuta sbrindellata (o, a piacere, con una maglia a collo alto e un paio di jeans), ripulite il viso dal trucco e arruffate un po' i capelli,
fatto?
Il risultato ottenuto vi darà un'idea del mio aspetto.
Questa premessa è indispensabile se no, non si capisce il mio disappunto quando giorni fa, sfogliando insieme un libro, il gigantino indica un'immagine e tutto sicuro dice “mamma”.

immagine tratta da "le più belle filastrocche" di T. Wolf,  C. Coppini - Dami Editori

“vabbè” penso io “sarà un po' assonnato” senonché la cosa si è ripetuta ogni volta che ha visto quell'immagine nei giorni seguenti.
Che sconcerto: "quel piccolo gianburrasca (chè si evince chiaramente dal sorrisetto abbozzato) versione autunno-inverno, sarei io?" "ma non mi somiglia per niente". Vedeste la tranquillità, poi, con cui col ditino sul disegno dice "mamma" e passa oltre.
Ho deciso di non indagare per non influenzare il suo comportamento, anche se convocherei in seduta spiritica Piaget, Steiner, Montessori e pure Freud tanta la curiosità di capire cosa gira (evidentemente a ruota libera) in quella testolina bella. Ma, no che poi lo sveglierebbero per osservare dal vivo. E mi tocca pure fare affidamento sulle mie sole forze dato che papà camp è rimasto un po' piccato dalla costatazione di non essere anche lui presente nel tomo.
Comunque ho formulato varie ipotesi:
  1. sarà che quest' estate abbiamo passato molto tempo alla ricerca di lumachine che "fa ninna", almeno finchè non sono emigrate in massa alla ricerca di luoghi meno soggetti a cataclismi gigantineschi.
  2. Sarà invece (e questa è la mia preferita) che ai suoi occhi sono un bimbo come lui dolce, allegro e un po' monello, un compagno di giochi insomma. Permettetemi di dire: "il mio cuore vola alto come un falco". Tra l'altro si spiegherebbe la tendenza che ha ad ignorararmi quando mi produco nel mio più convinto tono autoritario.
  3. Sono poi così sicura che col suo ditino indichi il bimbo e non la rana?
Nel frattempo che decido, forse farei bene a rinnovare un po' il mio guardaroba, a onor del vero, va detto infatti che il gigantino avrà visto mamma camp in abiti femminili cinque, sei volte al massimo dal dì della sua nascita ma, aspettate un po'...e se fosse

   4.  Un astuto complotto ordito da papà camp con la complicità dell'ignaro gigantino perché, si sà, anche l'occhio vuole le sua parte?

Del resto è noto che la spiegazione più semplice spesso è anche quella corretta.
Bah!



Caro stellocchio di mamma che cosa bella è la tua mente adesso e piano piano diventerà sempre più simile a quella di noi adulti e tutti ne saremo felici e orgogliosi; eppure la tua mamma ti augura di rimanere anche un po' come sei adesso, c'è tanto spazio nella tua testolina lascia un posticino dove mettere pensieri di mamme che somigliano a bambini monelli e, quando sarai grande, ricordati di quel posticino, torna a guardarci dentro e ritroverai un tesoro: esattamente quello che tanta gioia dona a tutti noi oggi.







lunedì 25 ottobre 2010

Degustazioni letterarie: "Dona Flor e i suoi due mariti" Jorge Amado

"E qui finisce la storia di dona Flor e dei suoi due mariti, narrata in tutti i suoi particolari e in tutto il suo mistero, chiara e oscura come la vita stessa. Tutto è accaduto come è stato narrato, chi non ci vuol credere non ci creda. E' accaduto a Bahia, dove tali cose magiche avvengono senza causare meraviglia. Se ne dubitate, domandatelo a Cardoso e S.a e lui vi potrà dire se è o non è vero. Potrete trovarlo sul pianeta Marte o all'angolo di una qualsiasi strada nei quartieri poveri della città."
Dona Flor e i suoi due mariti - Jorge Amado




Questo è un brano tratto da uno dei libri che ho letto ultimamente, l'ho trovato divertentissimo e veramente ben scritto, uno di quei romanzi che, quando inizi a leggerlo, ti sembra di conoscere personalmente i protagonisti, tanto sono ben tratteggiati, e di esserci tu lì, in qualche angolo, ad osservarli.
La storia poi ruota attorno al mistero e alla magia della Donna e dell'Amore.
Ne parlo qui, come ho deciso che farò con ogni libro che leggerò, perche penso che ai libri bisogna dare la possibilità di farsi conoscere, saranno poi loro a sapersi fare amare.

martedì 19 ottobre 2010

Era meglio una matriosca!




Eccoti qui, piccolo giocattolino, ti ho realizzato per il gigantino quando mi sono accorta che gli piaceva impilare barattoli di pelati, cartoni del latte, scatole del riso. Cinque cilindri impilabili morbidi, sovrapponendoli opportunamente si compongono tre disegni.
Detto così, una stupidaggine ma con la poca abilità manuale che mi ritrovo, c'ho messo tanto tempo a costruirti. Mi sono ingegnata, impegnata e divertita e, francamente, ci sono pura rimasta male.
Soprattutto. Perchè, scusa se te lo dico, ma al gigantino sei rimasto un po' indifferente. Anzi, lo hai fatto addirittura irritare cò sta storia di lui che dice “api, api,” e tu che non ti apri: è chiaro che se sente dei suoni quando ti scuote è perchè l'ha capito che c'hai qualcosa dentro, e ti potevi pure aprire, no?
Che dici? Ci dovevo pensare io. Giusto, la terza parola che ha detto è stata “tappo”, ci dovevo pensare: o ti facevo muto o dovevo farti aprire.
Anche il puzzle non è che gli piaccia e anche questo lo avevo intuito, sarà che io invece li trovo divertentissimi! Già mi vedevo, con lui, a realizzare immagini da seimila pezzi.
Però il cilindro più grande ha delle potenzialità come sgabello, proprio al limite rimane, su cortese suggerimento di papà camp, la “ruzzica”.
Vabbè, io ti lascio in giro ancora un po' e vediamo; in caso di attentati reiterati alla tua incolumità fisica ti metto da parte e poi, magari, ci si riprova più in là.
Però, alla fine, ammetterai anche tu: era meglio una matriosca!


potete dar loro il vostro amore
ma non i vostri pensieri,
poiché essi hanno i loro pensieri.
[...]
potete sforzarvi di essere come loro:
non cercate però di renderli come voi.
K. Gibran, Il Profeta

Ecco, è proprio questo il senso di questa prima, grande delusione.

venerdì 8 ottobre 2010

Realismo Infantile

Oggi siamo usciti per la solita passeggiata pomeridiana, in campagna, il gigantino ed io.
Il cielo era coperto, con nuvole dense e diversamente scure, da un lato più plumbee, dall'altro violacee per cui quando, all'improvviso, un raggio di sole ha bucato la coltre, a ovest, poco prima del tramonto, un moto di commozione ha riempito il mio cuore e ho iniziato a dialogare col gigantino :

"Amore sei contento che siamo usciti?"
" e si"
"ma ti piace qui?"
"e si"
Sempre più colpita dallo splendido paesaggio circostante alzando lo sguardo al cielo, continuo:
"guarda che bello, a mamma, il cielo, l'erba, i funghi, i sassi, lo..."
"a caccca!"

Abbasso lo sguardo alla mia destra dove procedeva il gigantino e vedo, effettivamente, un esemplare di deiezione animale, notevole per dimensione; bovino, verosimilmente;
il gigantino invece è fermo , a due passi da me e a dieci centimetri dall'orrendo.

Il bello delle uscite a due: c'è sempre uno con la testa per aria perchè ce nè un altro coi piedi per terra!

sabato 18 settembre 2010

Calzini sporchi e coscienza ecologica


Ci sono cose che una persona non può rimandare all'infinito: quando ti accorgi che nei cassetti sono rimasti tre paia di calzini bianchi, ti coglie la certezza che i latitanti si trovino nel sacco degli orrori, sporchi, sporchissimi.Urge lavarli, al più presto, a tutti i costi. Ora, chi usa questo pregevole indumento sa bene quanto sia difficile riportarlo ogni volta agli antichi splendori, trattasi di questione seria e complessa; non bastando lavarli in lavatrice, neppure a 90 C° e, non essendo ecologicamente tollerabile usare litri di detersivo nè additivi di dubbia composizione chimica, mamma camp fa così: mette in ammollo i suddetti in acqua,detersivo e candeggina e dopo qualche ora procede al risciacquo a mano, preliminare ad un semplicissimo lavaggio in lavatrice a 40 C°. Risultato: bianco splendente, tessuti rispettati, inquinamento minimizzato.
Ieri si era appunto al momento del risciacquo, di solito queste attività vengono svolte dalla mamma campeggiatrice mentre il gigantino dorme, ma ieri la tabelle di marcia prevedeva altre incombenze dunque la rischiosa decisione di effettuare l'operazione in presenza del bimbo.
Coerenza, prima di tutto: se mamma camp gioca con l'acqua è ragionavole supporre che anche al gigantino verrà voglia di farlo e non ci saranno parole sufficientemente persuasive per impedirglielo.Difatti eccoli là, ameno quadretto di vita domestica, lei a sciacquar calzini, lui a riempire bicchieri d'acqua dal rubinetto del bidet per poi svuotarli nell'adiacente secchio. Una cosa però turba la mamma e non è il laghetto che si va formando sotto i piedi del gigantino, quanto la costatazione che non si può sprecare tutta quell'acqua così, per gioco,


"almeno amore quando svuoti il bicchiere,chiudi il rubinetto"
dice la mamma,con grande presenza di spirito: ci fosse stata qualsiasi altra persona, avrebbe interrotto il flusso e basta, senza spiegazioni tanta è l'insofferenza che le provoca l'inutile spreco. A dire il vero così ha già provato a fare in altre occasioni, ma più chiudeva, più il gigantino riapriva; nè sono serviti discorsi fatti con voce amorevole, l'unico espediente valido dimostrandosi la chiusura del tecnico manipolo istallato dallo zio tecnico al momento della costruzione del bagno ( e pensare che l'ignara giovine aveva all'epoca obiettato sull'utilità dell'aggeggio) ma mamma camp oggi non ha cuore di ingannare l'eroico mescitore, di sopportare il suo sguardo di disappunto nel costatare che, senza alcun motivo che GLI sia apparente, all'improvviso aqua più. Cosa ne sarà del principio di causa effetto che timido si va formando nella sua testolina?Già rassegnata all'idea di rinunciare alla prossima doccia onde non incidere negativamente sul bilancio idrico familiare e mondiale, è solo per mera abitudine alla reiterazione (derivata da mesi e mesi di esposizione alla famigerata banda dei teletubbies) che mamma camp ripete
"amore però quando svuoti il bicchiere, chiudi il rubinetto"
é allora che l'inaspettato accade: il gigantino alza la testa, guarda la mamma e...
chiude il rubinetto!





Tesoro mio, mio piccolo gigantino, sei proprio un ometto. Vorrei darti tanti bacetti da farti venire il singhiozzo, vorrei lanciarti in aria e riempirti di caramelle perché hai fatto una cosa che tanti adulti molto più intelligenti di te non fanno, pur sapendo che è importante. La tua mamma, che ti vuole tanto bene, che passa tutto il suo tempo con te e certe volte si chiede se ne vale la pena oggi ha capito che si, il tempo passato con te è prezioso è non è mai impiegato male anche quando non facciamo niente di speciale, anche quando lo passiamo a lavar calzini.
Baci bacini e baciotti, gigantino mio.












venerdì 10 settembre 2010

sono commossa!

Sono commossa: il gigantino ha dormito tutta la notte!
Trattasi di un avvenimanto che accade con la stessa frequenza di una eclissi solare parziale o di una cinquina al lotto; la materna commozione è tanto più giustificata poichè l'evento si è verificato al termine di una settimana infarcita di risvegli notturni a basso indice di riaddormentamento; in particolare, tre notti fa, l'allegra combriccola di campeggiatori ha sfiorato la crisi familiare quando, dopo quasi un'ora di giramenti e rigiramenti nel lettone, all'ennesima capocciata del gigantino, papà camp, abbandonando il talamo nuziale, cuscino e coperta in mano, si è diretto verso il divano bofonchiando: (chè quel che rimane del suo innato stoicismo gli ha impedito di urlare)
"io il giorno vado a lavorare",
"io pure ma a gratis"
avrebbe risposto mamma camp se non fosse che, dopo ventuno mesi di sonni interrotti, l'eroica mamma ha capito che in situazioni critiche la cosa più intelligente da fare è limitare i danni.
Rimangono i dubbi sulle cause dell'evento: perchè il gigantino, arbitro supremo della vita onirica dei sui genitori, ha deciso di far loro questo regalo; sarà stato per la passeggiata serale, per la lotta libera improvvisata sul lettone poco prima della nanna, per la cena particolarmente ricca, per la frescura serale, unico aspetto positivo della fine dell'estate?
Nella mente di mamma camp si fanno strada le ipotesi più fantasiose (che saranno puntualmente sottoposte a verifica, al fine di reiterare l'ambito risultato) fino alla più inquietante, suggerita da papà camp:
"ma non sarà che non l' hai sentito?" 



mercoledì 8 settembre 2010

Di geni, auguri e punti di vista

Penso che uno dei segreti per essere un buon genitore consista nel farsi  domande appropriate e nel cercare di dar loro le risposte giuste.
Sabato sera guardavo una trasmissione televisiva nella quale, in relazione al tema dell'intelligenza dei bambini, ad un certo punto, hanno presentato un bambino di dieci anni, Teofil Milenkovic, considerato un violinista dal talento geniale. Gli spunti di riflessione sono stati tanti, per lo più proprio sul tema della genialità: il bambino, che suona dall'età di tre anni sotto la guida dei genitori violinisti, è il fratellastro di Stefan Milenkovic, a sua volta ex bimbo prodigio e questo mi porta a pensare che forse le teorie di Glenn Doman funzionano davvero: i bambini fino a tre anni, se oppurtunamente "istruiti," possono veramente raggiungere risultati fuori dal comune, o forse la famiglia Milenkovic rappresenta un' eccezione alla teoria della probabilità? La questione è complessa ma secondaria perchè quello che mi ha colpito maggiormente è stata l'intervista fatta alla madre del piccolo violinista: alla domanda "cosa augura a suo figlio?", la signora ha risposto "non gli auguro di essere mediocre". Ho pensato che è una bella cosa d'aspettarsi per un figlio ma io lo farei solo dopo avergli augurato almeno una ventina di cose prima. Del resto il mio gigantino non dà segni di genialità dunque non posso minimamente immedesimarmi nella situazione della signora Milenkovic, anche perchè il punto non è questo. Il punto è che ho capito che porsi questa domanda è un buon esercizio per un genitore, infatti la risposta che diamo definisce (e questo è abbastanza ovvio) la nostra scala di valori, quello che per noi è importante raggiungere nella vita e, dunque, la direzione dei nostri sforzi educativi; ma ho capito anche che a questa domanda si può rispondere assumendo almeno due punti di vista diversi: quello del genitore e quello del figlio. Per esempio, da mio punto di vista, auguro a mio figlio non dico la felicità (che penso sia una condizione temporanea anche se ripetibile) ma senz'altro la gioia, gli auguro di essere ESSENZIALAMENTE una persona gioiosa. Tuttavia se provo a dare una risposta pensando a  come è lui, ai tratti nascenti e ancora indefiniti del suo carattere, mi viene naturale augurargli una vita piena e ricca di esperienze, una vita avventurosa, dinamica anche nei toni emozionali. E ancora: dal suo punto di vista gli auguro anche io (sempre dopo una ventina di cose più importanti) di non essere un mediocre tuttavia, da mamma, so che le persone mediocri spesso vivono vite serene, tranquille, perchè sentono di essere simili, appunto, alla media, alla maggioranza. 
Ora, dal momento che non sempre adottare l'uno o l'altro punto di vista porta alla stessa risposta, e dunque agli stessi obbiettivi, mi domando ( e anche questa potrebbe essere un'altra domanda importante) come si fa a crescere un figlio fedeli al progetto educativo che abbiamo in testa  e contemporaneamente nel rispetto della sua natura?
Aspetto suggerimenti.

domenica 5 settembre 2010

E acqua sia!


Il gigantino è attratto dall'acqua tanto da averle dedicato la sua prima canzoncina che fa così:
"aqua butta, aqua butta quaa
butta aqua, butta aqua là".
Il gigantino è attratto dall'acqua tanto che passerebbe ore a travasarla (butta) da un contenitore all'altro, quando mangia , quando fa il bagno, quando gioca nella piscinetta.
Il gigantino è attratto dall'acqua tanto da chiederla con espressione da assetato per poi versarla nel primo tappo, bicchiere, oggetto concavo a sua disposizione.
Il gigantino ama gettare sassi nel laghetto adiacente all'allegro campeggio.
Stanti queste premesse dove potevano, i camp genitori, portare il gigantino per passare una mezza giornata all'aria aperta? Al mare? Ma no, che per tirarlo fuori dall'aqua ci sarebbero voluti i pompieri, abbiamo optato per un torrente di montagna, di quelli poco profondi (che non si sa mai) e dall'acqua gelida anche in agosto; l'astuzia dei camp genitori è stata premiata: appena arrivati il gigantino si è istintivamente lanciato verso le rive ma costatando la temperatura del liquido, ha rinunciato a fare il bagno limitandosi al lancio del sasso e al riempi-svuota la bottiglia. Dopo un pranzo a base di pizza e prosciutto, noi, e carne alla brace lui ( impudicamente scroccata ad un gruppo di gitanti che non hanno saputo resistere al suo fascino), lo scrosciare continuo dell'acqua ha fatto la sua parte e decidere di tornare a casa è stato indolore per tutti.
Più tardi, nel pomeriggio, quando i camp genitori hanno sadicamente proposto al gigantino un bagnetto nella piscinetta, ci mancava poco che non corresse a chiamare il telefono azzurro!
Tanto per dire che, alle volte, si sprecano più energie a vietare di far fare cose ai nostri figli di quante se ne impiegherebbero a trovare compromessi accettabili.

mercoledì 1 settembre 2010

Incipit

Eccoci qui, al primo post di questo blog.
Mi chiedo: "ce n'era proprio bisogno?". Ma si, per almeno due motivi.
Il primo, e più importante, per tenere un diario di un'avventura che sarà sicuramente la più avvincente della mia vita (per il resto abbastanza scialba); perchè i bambini crescono in fretta, in un continuo succedersi di nuove conquiste e penso sarà bello, tra un pò di tempo, rileggere del passato e ritrovare l'entusiasmo provato, le ansie vissute, i momenti di felicità condivisa.
Il secondo motivo sta nella possibilità di comunicare con persone che sono come me genitori ma, probabilmente, sono genitori diversi da me. E' una grande opportunità per chi, come me, crede che un figlio possa essere allevato ed educato in tanti modi diversi e che l'uno non sia necessariamente migliore dell'altro. Sarà di grande aiuto quando, come già accaduto, mi troverò in tale stato di confusione da rischiare di consultare maghi, oracoli e persino mamme e suocere alla ricerca della soluzione al problema del momento. Spero sarà una risorsa per chi s'imbatterà nelle cose che scriverò, fosse pure per farsi due risate e constatare che non c'è mai fine al peggio!
Dunque si inizia!

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